Gianpiero detto Gipo, Claudio e Carmelo sono amici dai tempi ormai lontani della scuola superiore, delle mattinate passate a sfogliare il Tuttosport sui banchi di un Istituto Commerciale posto nel centro di Torino. È la Juventus la passione che li unisce, l'origine di un'intesa che dura ancora oggi che i capelli hanno iniziato a ingrigire. Sono tifosi comuni non ultrà, supporters da divano e da panchina: quella del giardino pubblico vicino a casa, la loro Sede ufficiale. Conducono esistenze normali e ripudiano ogni tipo di violenza. Eppure, quando la Juve perde contro il Barcellona l'ennesima finale di Champions League, in seno al gruppo si sprigiona una forza negativa. Possibile che una squadra così abituata a vincere si areni ogni volta all'atto conclusivo nella competizione più prestigiosa? La soluzione la trova Gipo, o così crede: "Dobbiamo uccidere Magath" dice ai suoi amici lasciandoli di sasso. Felix Magath, il mediano tedesco dell'Amburgo che nel 1983 beffò Zoff con un tiro impossibile. Da quel giorno, tra la Juve e la "Coppa dalle grandi orecchie", si frappone una barriera invisibile e malevola. Gianpiero è sicuro: sparito Magath sparirà il sortilegio!