Brossura, 50 ill. colori. Un agile volume alla scoperta del trompe-l’oeil, letteralmente "inganna l’occhio", una tecnica pittorica antica in uso già nell’antica Grecia e a Roma. Il termine francese viene usato per indicare un artificio pittorico che, attraverso l’uso sapiente della prospettiva e dei giochi di luce e ombra, crea l’illusione di qualcosa che in effetti non c’è.
"Per secoli, la qualità fondamentale che le società hanno attribuito alla pittura è stata la sua capacità di riprodurre il visibile a un punto di fedeltà tale da trasformarsi in vera e propria arte dell’inganno; ... è la stessa opinione comune che ha esultato per la tridimensionalità inquietante degli ologrammi per cui il fisico Dennis Gabor ottenne nel 1971 il Nobel, e che ora guarda alla second life del web come a una sorta di ultra-arte: più d’una ragione storica ha contribuito al formarsi e al consolidarsi dell’idea di pittura come contraffazione virtuosa del reale. ... Ma è l’incrocio della prospettiva quattrocentesca italiana e dell’arte fiamminga che, alla fine del Quattrocento, fa nascere quello che possiamo chiamare a pieno titolo il trompe-l’oeil, ovvero un’immagine pittorica la cui natura e il cui scopo sia l’inganno visivo dello spettatore."
(dal testo di Flaminio Gualdoni)
