La vita è un'opera da realizzare tanto quanto una città, che altro non è se non un'opera di costruzione e ricostruzione continua dei rapporti, delle visioni, dei momenti. E delle proprie forze. Basandosi su questo assunto, Salvatore D. Passaro crea una disciplina immaginaria chiamata Leucoarchitettura, nella forma di una poetica di fondazione per nuove città - e nuova umanità - ispirate al principio della Rotondità dove non ci sono angoli, asperità, distanze, altezze e durezze tra i suoi abitanti (come dentro di noi). L'inizio "Io, Leucoarchitetto", è un allucinante e allucinato diario di viaggio di un uomo in fuga dalla caduta delle città, alla ricerca del luogo elettivo per la fondazione delle nuove città. Nel grembo di un dirigibile. Un percorso di libera immaginazione alla ricerca della collina perfetta, tra paesaggi di solitudine e rarefazione di albe e tramonti. Di un altro Sé possibile.