A proposito dei lavori di Francesco Maria Testa si può parlare di immagini di paesaggio, non di fotografia paesaggistica. L'allineamento dei solchi, le ondulazioni del grano, l'inclinarsi delle messi, le fenditure nel terreno argilloso divengono un universo di segni autonomi e paralleli. Nei suoi scatti "i giorni e le opere", il tempo della natura e quello dell'intervento umano, vengono espressi con immediatezza ed esattezza, ma anche con vigore e sensualità. Attraverso la dimensione dello sguardo e lo scatto fotografico, la soggettività dell'artista si appropria dell'elemento oggettivo, facendone così il luogo di un tempo interiore, mentale e memoriale.