Bonifazi continua il suo poetico impegno sull'età moderna della precedente raccolta, Le segrete vie, ma ne trasforma il tono ironico e colloquiale in un discorso intellettualistico, di denuncia dell'odierna "crisi", nel senso indignato e pessimistico del suo Leopardi. A questa temperie disastrosa, definita, già nel titolo, un tradimento dei tempi, e intesa come la leopardiana perversità delle umane menti (unita alla disillusione della natura e delle speranze giovanili e all'ansia per l'insondabile mistero dell'universo), ci si deve ormai arrendere, malgrado le "patetiche agitazioni" per evitarla.