Riflettendo sull'ultimo scritto dedicato a Gramsci da Palmiro Togliatti, poche settimane prima di morire, si avrà modo di scoprire un tema attraente del quale finora ci si è scarsamente occupati. "Gramsci, un uomo", l'articolo del 19 giugno 1964, è il ricordo dello sfortunato compagno che, se 'filologicamente' analizzato, appare in tutta la sua inattesa originalità nell'ordine dei rapporti tra i due leader del comunismo italiano. Uno scritto che rivela gli umani scrupoli di Togliatti per i servizi resi a Mosca, durante la travagliata stagione del Comintern, e il bisogno di ogni personaggio della storia di aprirsi a se stesso con coscienza vera, tesa a ripensare un passato non sempre limpido. "... se chi ti fa del male aveva il dovere di aiutarti..." fu il tormento del prigioniero Gramsci, ma di riflesso anche suo, di Togliatti, se nel maggio del '37, appena morto il compagno, vorrà acquisirne con premura tutti i possibili scritti. L'articolo del '64 ci rivela dell'altro: il processo di un sentimento religioso che ci fa apparire un Togliatti diverso. A ispirare quell'ultimo scritto non fu soltanto il fatale presentimento della propria morte, ma anche e soprattutto un ritorno di coscienza che lo spinse a ripensare all'uomo Gramsci, per rendergli finalmente giustizia con uno scritto pervaso da sentimenti mai espressi nel passato.