Dal soggiorno a Torino dell'ultimo Nietzsche, trasognato in splendida solitudine, alla ricostruzione di un clima della Torino del primo Novecento, tra liberty, Belle Epoque e ripiegamenti crepuscolari. Sono passi di un io scrivente che interrogando le tracce di Guido Gozzano vuole risospingere fino a noi gli echi della sua poesia. L'amarissimo sorriso del bel Guido, le sue inconfondibili cadenze in sordina. Un testo che prende per mano e conduce attraverso i luoghi di una città più turbata, più capricciosa di quanto solitamente appaia. Una Torino città amante, intima quale solo una nemica può diventare. Città d'inquietudine. Città sfinge, dunque, alla lettera, strangolatrice.