Dalla prefazione di Enrico de Angelis. Questo libro parla appunto di un pezzetto della sua esistenza, un pezzetto particolarmente vitale malgrado le apparenze, ed è un libro che a leggerlo fa bene non solo a lui ma a tutti noi. Il signor Benigno non si è limitato a suonare il campanello una volta e poi togliere il disturbo, ma si è maleducatamente ripresentato in occasioni successive. Il racconto, cioè, non è privo di avvincenti colpi di scena. Col tempo però il padrone di casa si è reso conto che il suo convitato gli stava facendo "inquadrare le vicissitudini della vita in modo inaspettato". Lo confermerà anche più avanti: grazie a Benigno, dirà, "sono cambiato: do il peso che si meritano alle cose e alle persone". A Benigno, in fondo, ci si è anche un po' affezionato ed è riuscito a raccontarlo in maniera "semiseria" come dice lui stesso. Quando però, il 9 marzo 2022, si risveglia dopo un intervento di quattro ore e gli viene di trasmettere al mondo semplicemente "il tramonto, il risveglio, il fiume che scorre lento. In mezzo io. È la vita", questo diventa il whatsapp che prevale su tutto e al tutto dà un senso. Scorre lento il fiume, ma scorre. È la vita.