La così detta arte di scacciare gli spiriti maligni è, nella storia e nel racconto popolare "eugubino" della memoria di sant'Ubaldo, un particolare che emerge quasi marginalmente. Le gesta e le parole del santo patrono di Gubbio sembrano quasi mettere in secondo piano l'azione potente e diffusa di lotta contro il male e tutte le sue manifestazioni. In realtà gran parte della cura pastorale e della predicazione di questo amato vescovo è profondamente concentrata nell'invitare il popolo a combattere ogni tentazione al male, alla divisione e alla violenza, per cercare sempre la concordia e la riconciliazione. E non mancano, nelle rappresentazioni e nelle cronache, i riferimenti al suo potere sacramentale di liberazione degli ossessi. Vero è però che il sant'Ubaldo esorcista e taumaturgo è meno conosciuto e studiato, e le poche pagine delle vite ufficiali ne riferiscono come dei fioretti soprattutto post mortem. Bisogna ringraziare i Canonici Regolari Lateranensi se anche questo aspetto del suo ministero di pastore è stato ricordato e divulgato nel tempo insieme alla devozione dei fedeli.