Questo excursus sulle vicende degli ebrei di Firenze, per quanto breve, ne tocca tutti gli aspetti essenziali: dalle prime presenze al costituirsi, nel XV secolo, di una comunità vera e propria; dal rapporto fecondo, anche se complesso, tra Rinascimento fiorentino e cultura ebraica alla durissima esperienza del ghetto protrattasi per duecento anni e accompagnata da reiterati tentativi di portare quanti più ebrei fosse possibile alla fede religiosa della maggioranza; dalla prima, provvisoria emancipazione, frutto del riformismo leopoldino e ancor più della Rivoluzione francese, alla seconda e più stabile affermazione di libertà e di parità di diritti realizzatasi attraverso la partecipazione degli ebrei al Risorgimento; dal contributo che gli ebrei, divenuti italiani, seppero dare allo sviluppo di ogni settore della cultura fino all'imprevedibile emanazione, nel 1938, delle infami leggi razziali; dal biennio tragico del 1943-44, in cui anche gli ebrei di Firenze (tanto originari del luogo che stranieri) furono travolti dalla Shoah, agli ultimi decenni che vivono ancora in quella memoria. Tutto ciò viene trattato in forma piana e discorsiva, ma tutt'altro che ignara della documentazione storiografica sull'argomento e dei suoi sviluppi: alle spalle c'è la lezione di rigore che ha alle sue origini l'esemplare saggio di Umberto Cassuto "Gli ebrei a Firenze nell'età del Rinascimento".