L'imponente attività estrattiva, avviata dalla multinazionale Montecatini per rispondere alle direttive autarchiche del regime e per sostenere la produzione nazionale di alluminio e quindi le guerre di Mussolini, cambiò per diversi decenni il volto di quel territorio segnato dalla cronica arretratezza. La miniera di bauxite di San Giovanni Rotondo rappresentò una forma tangibile di riscatto economico per diverse centinaia di famiglie ma fu segnata da un numero considerevole di tragedie, infortuni e vittime a causa della pericolosità delle tecniche estrattive e dal mancato rispetto delle misure di sicurezza. Ben 27 furono i morti e migliaia gli incidenti. Nel libro emerge il volto duro del capitalismo italiano contrario ad accogliere le legittime rivendicazioni operaie e sindacali e l'antimeridionalismo di una certa classe dirigente politica ed imprenditoriale che si oppose tenacemente allo sviluppo industriale di quell'area.