L'autore ha condiviso con gli studenti e con gli amici gli aneddoti, le storie e le tradizioni romagnole e, vedendo come queste fossero conosciute solo superficialmente, ha deciso di raccoglierle in questo libro, da aggiungere ai tanti altri che costruiscono il muro della memoria della gente di Romagna. Non è un libro migliore né più completo e dettagliato di tanti altri che sono stati scritti sulle tradizioni romagnole, è un libro in più, che aggiunge una pagina ad una storia che diventa sempre nuova semplicemente perché viene raccontata con parole diverse. È quello che si faceva davanti al focolare e nelle stalle delle case contadine, dove la stessa favola veniva raccontata ed ascoltata cento volte, anno dopo anno, senza mai annoiare, perché, con parole e gesti diversi, descriveva brandelli di vita reale. Una speranza emerge da queste pagine: che i giovani romagnoli, riscoprendo le radici che li legano alla loro terra dura e siccitosa, ritrovino anche l'orgoglio di appartenenza ad un popolo che per duemila e duecento anni ha difeso con l'intelligenza, con la fatica e con il sangue la propria originalità e la propria schiettezza.