"Teoria della prosa" si inscrive nel solco in cui teoria e pratica della finzione risultano inscindibili. Il volume, pubblicato per la prima volta in Argentina due anni dopo la sua morte, raccoglie il ciclo di lezioni tenuto da Ricardo Piglia all'Università di Buenos Aires nel 1995. Piglia e gli studenti leggono sette testi di Juan Carlos Onetti, collocabili tra la forma breve e il romanzo. Le pagine di Onetti diventano occasione e strumento per rispondere a una domanda precisa: che cos'è questa forma ambigua? Che cos'è la nouvelle? Attraverso il dialogo con Poe, Deleuze, Auerbach e Sklovskij, Piglia definisce il nucleo di tale forma: uno spazio vuoto di cui, dall'interno della narrazione, si è all'oscuro. Il lettore ammirevole non si identifica con i personaggi del libro "ma con la mente che ha concepito quel libro", scrive Nabokov. Ed è muovendo dalla prossimità con il punto di vista della composizione che Ricardo Piglia prende la parola in "Teoria della prosa".