"Con Galliani la bellezza riacquista spessore e dignità perché sa coniugare l'uomo di oggi e l'uomo di sempre. La vera svolta è nel tentativo, riuscito, di una poetica dell'unità, che sembrava irrimediabilmente perduta. Nel volto incarna lo spirito e spiritualizza la carne. Perché l'eterno abita il cielo e ciascuno di noi: è l'orizzonte dove estetica ed estasi coincidono, e la donna non è più la costola di Adamo, è Madre dei viventi, principio e vertice della nuova Creazione, bellezza assoluta. Così la bellezza sa inabissarsi nel profondo, abita le radici del nostro stesso essere: è l'immagine divina di cui siamo fatti. E le figure di Galliani sospese tra cielo e terra ci ricordano quel che siamo noi, riflettono, come in uno specchio, il nostro essere più intimo e vero. C'è chi ha sottolineato la sensualità dei corpi modellati da Galliani, una sensualità che non ha nulla di ostentato, e tantomeno di volgare. Ha piuttosto la grazia di un corpo innamorato, come sono corpi innamorati i giovani del Cantico dei Cantici, totalmente presi nella danza della ricerca l'uno dell'altra. Quel che proviamo è lo stupore di una bellezza donata. Una bellezza che non ti aspetti e che ti sorprende. Prima non c'era. O forse si annunciava come sogno. Di più: come speranza. Eccola che si fa volto, cuore, paesaggio. Avevamo fame e sete della bellezza che Omar Galliani ha saputo generare quando l'arte sembrava non volerne più sapere di lei: non la cercava, non la desiderava, anzi la ripudiava come qualcosa di irrimediabilmente passato, che solo la storia poteva custodire." (Giovanni Gazzaneo)