La storiografia sull'antifascismo, pur con stagioni alterne, ha conosciuto un proficuo sviluppo sin dalle origini della Repubblica e, nel corso di un sessantennio, ha accumulato una considerevole mole bibliografica. Partendo dall'analisi delle costruzioni di genere che definiscono i modelli della militanza, ricomposti sulla base della documentazione coeva, l'autrice ripercorre la ricca produzione storiografica, individua tematiche prevalenti, fonti e categorie interpretative, definisce continuità e svolte. La presenza di diverse famiglie politiche sembra non annullare un unico comune denominatore nell'antifascismo, il suo profondo carattere virile: è un nucleo di uomini forti fisicamente e moralmente che nella clandestinità amplifica e radicalizza l'interdizione alle donne nella sfera politica. Per questo la scelta, che è politica ed insieme esistenziale, si rivela totalizzante, le militanti vengono assorbite da un universo maschile, divengono invisibili in un territorio politico simile a un tempio di virilità. L'analisi della storiografia sull'antifascismo, in queste pagine, scorre parallela a quella della storia delle donne e di genere, di cui si scandiscono le diverse stagioni e passaggi, si mettono in luce le influenze più o meno significative esercitate sulla storia dell'opposizione antifascista, anche questa decisamente caratterizzata al maschile, resistente alle novità maturate nell'ambito delle discipline storiche.