Per un attore, un performer, o chiunque si esibisca dal vivo, la presenza mentale rimane un fattore determinante per la buona riuscita della propria esibizione. I più grandi teorici e registi teatrali del secolo scorso hanno centrato il loro studio su tecniche che potessero permettere all'attore la migliore coerenza interpretativa verso il proprio personaggio. Ma l'essere qui ed ora, totalmente calati in ciò che si fa, è anche l'insegnamento primario della disciplina Zen (o Ch'an). La cura dell'attenzione nei gesti che si compiono, il non lasciarsi sviare da altri pensieri durante la meditazione, la capacità di seguire il proprio respiro sono tra i primi insegnamenti che si ricevono frequentando un Dojo (luogo della Pratica). Sia che usi la memoria "emotiva" che quella "sensoriale", l'attore si trova a fare i conti con ciò che lo Zen insegna da secoli. In questo volume, Milesi compie dunque una operazione di "cucitura" tra due dimensioni molto vicine, e invita a scoprire questa vicinanza, ad approfondirla, dando corpo alla sua attività di Regista-Zen Priest, con ormai 25 anni di teatro alle spalle.