L'opera è divisa in tre parti. L'ampia introduzione, sinossi di dati storici e di riflessioni filologiche, tratta delle caratteristiche del tautsch (più noto come "cimbro"), lingua ancora in uso in una località dei Monti Lessini veronesi. È una versione dialettale del "tardo medio-alto-tedesco", parlato nella Germania meridionale verso la fine del tredicesimo secolo, portata in Italia da coloni in cerca di terre libere e coltive. Le poesie in tautsch, affiancate dalle versioni italiana e tedesca, sono il nucleo centrale del libro. Le contraddistinguono ritmo, musicalità ed eleganza. Dalle Vedove si discosta dai temi della poesia tradizionale "cimbra", fiorita sul ciclo delle stagioni e della vita domestica, per addentrarsi nel linguaggio del cuore (da sempre estraneo alla dura corazza dei "Cimbri") o per cimentarsi con la non facile trasposizione in tautsch di celebri poesie della letteratura tedesca (Goethe, Heine). Certi vocaboli, necessari per l'espressione del contenuto lirico ma persi dal tautsch a causa del distacco dalle terre di origine e delle misere condizioni di vita dei parlanti autoctoni, vengono sostituiti da agili circonlocuzioni, da figure retoriche e giochi linguistici. L'opera si conclude con saggi in prosa corredati da una trama di note esplicative, di sicuro interesse per i cultori di germanistica. Essa testimonia la vitalità letteraria di questo antico idioma e, "alla fine del giorno", protrae la luce del suo crepuscolo.