Il diario di guerra di Otto, soldato tedesco di religione ebraica del 125° reggimento di fanteria Kaiser Friedrich, 7° Württemberg, apre inediti spiragli sull'ambiguo rapporto esistente tra tedeschi ed ebrei in anni in cui la Germania, più di ogni altra nazione europea, pareva aver posto le basi di una completa assimilazione del popolo eletto. La scrittura coinvolgente di questo ragazzo ci permette di osservare da vicino molte delle più importanti battaglie della Prima guerra mondiale. A cominciare dalla battaglia delle Frontiere e poi dal racconto della difficoltosa avanzata tedesca nelle immense pianure ghiacciate della Polonia centrale. La narrazione prosegue con la cronaca delle drammatiche giornate delle battaglie della Somme e di Arras, della terza battaglia di Ypres e della battaglia di Caporetto. Infine, dopo l'intensa descrizione dell'"offensiva di primavera", c'è solo l'attesa del ritorno in patria, periodo segnato dalla preoccupante crescita dell'antisemitismo. Ma neppure allora Otto perde la sua determinazione a servire il proprio paese in qualità di "soldato tedesco di religione ebraica". L'11 novembre 1918 l'impero germanico sottoscrive l'armistizio: Otto, sopravvissuto a oltre quattro anni di guerra, incede stremato ma pieno di fiducia verso la Germania degli orrori.