Ci sono novità che riescono ancora sorprendere grazie al gioco narrativo e allo stile ardito.
Sylvie e Bruno è una di queste novità, se non che è datata 1889 e il suo autore è Lewis Carroll, lo stesso di Alice nel paese delle meraviglie e Attraverso le specchio.
Sylvie e Bruno è il terzo romanzo ideato dalla fervida mente del reverendo Dodgson ma non ebbe il successo sperato, forse proprio per un acuirsi di quella sua cifra stilistica che muoveva la narrazione in mondi altri al punto da renderlo un romanzo profondamente metanarrativo.
Sylvie e Bruno infatti si compone di due storie, una fantastica, l’altra realistica.
In Sylvie e Bruno questi due piani narrativi si scambiano continuamente senza che il lettore se ne accorga.
Nel primo piano narrativo di Sylvie e Bruno protagonista è Lady Muriel combattuta tra due amori dove a spuntarla sarà un terzo pretendente: niente meno che il narratore!
Il secondo piano narrativo vede protagonisti proprio Sylvie e Bruno, due bambini che vivono in un mondo fantastico ma che si intrufolano nell’universo della prima narrazione, per poi sparire ed essere inseguiti dal narratore stesso, anche se forse è tutto frutto di un sogno.
Sylvie e Bruno è fatto della stessa sostanza onirica di cui è fatto il mondo delle meraviglie di Alice: è facile perdersi, ma è altrettanto facile meravigliarsi.
Da Sylvie e Bruno, dopo la pubblicazione, verrà tratta un’opera teatrale che debutterà al festival di Ravenna nel giugno del 2021.
Recensione di Stefania C.