«Le mani di Giovanni erano quelle di Filippo, il viso e il corpo di Filippo erano quelli di Giovanni. Non ricordavano da tempo una situazione di così profonda intimità e la interpretarono come un nuovo inizio. Un nuovo principio umano e artistico». Giovanni Coli e Filippo Gherardi sono due artisti che si fanno largo nella temperie della seconda metà del Seicento. Prima a Lucca dal pittore caravaggesco Pietro Paolini, poi a Roma da Pietro Berrettini da Cortona e infine a Venezia, prima del definitivo ritorno a Roma e Lucca. Malgrado tentativi di avvelenamento e attacchi di pirati saraceni, riescono ad affermarsi e i loro segni sono tuttora ammirabili: i quadri della Biblioteca di San Giorgio Maggiore a Venezia, le tele di Santa Croce dei Lucchesi e gli affreschi di Palazzo Colonna a Roma, la decorazione del catino absidale della Cattedrale di San Martino a Lucca, oltre a numerosi lavori per prestigiose committenze private. Però Giovanni e Filippo sono anche due adolescenti che crescono e diventano uomini insieme, in un percorso affettivo e passionale che dovranno tenere segreto ma che, al contempo, vorranno testimoniare per l'eternità.