Rispetto ai processi odierni di iper-tecnicizzazione del contesto di vita si può sviluppare un'analisi che vede in essi uno dei fattori dell'incrinarsi del senso di identità personale, della difficoltà da parte del soggetto a fare dell'eccedenza percettiva, realizzata dai nuovi mezzi di telecomunicazione, un'occasione di autocoscienza autonoma e ben determinata: Paul Virilio è, ad esempio, uno degli esponenti più radicali di questa posizione. Ad essa si contrappone quella di Pierre Lévy, capace di articolare una teoria degli spazi antopologici rivolta ad esaltare l'incidenza dello sviluppo tecnologico sui processi di trasformazione dell'umano, dei suoi assetti e dei suoi piani di realizzazione.