«Dopo diciannove anni ho avuto la gioia di poter porre mano per la seconda volta, per rivederla, a questa piccola opera; e la gioia è stata tanto più grande in quanto quest'ultima è di particolare importanza per la mia filosofia. Giacché, partendo dalla pura empiria, dalle osservazioni di naturalisti spregiudicati, intenti a seguire il filo della loro scienza specifica, qui giungo direttamente al vero e proprio nocciolo della mia metafisica, mostro i suoi punti di contatto con le scienze naturali e fornisco così, in certa misura, la prova del nove del mio dogma fondamentale, che in tal modo riceve la sua fondazione più pregnante e più specifica, e inoltre si presta all'intelligenza nella maniera più chiara, comprensibile e precisa che in qualsiasi altro luogo».