Lungi dall'essere istituzioni che narrano ai loro visitatori verità incontestabili, i musei sono strumenti di potere, attraverso i quali i gruppi che comandano all'interno di una società raccontano storie funzionali al mantenimento della loro leadership. Ciò è particolarmente evidente per i musei presenti negli stati totalitari, nei quali la distorsione della storia è al servizio dell'ideologia dominante; tuttavia non si può negare che anche nelle democrazie più consolidate siano funzionali alla stabilità politica. Il libro illustra non solo come i musei siano stati creati e usati dalle classi dominanti, ma anche perché nel corso della storia siano stati distrutti, vandalizzati e saccheggiati, permettendo quel rimescolamento di beni che ha decretato la fine di dinastie e la nascita di nuovi gruppi di potere. Ciò è vero tanto nell'agone politico, nello scontro fra nazioni, quanto all'interno di una stessa società, nella lotta per il riconoscimento del valore di realtà cui in passato è stato negato il giusto ruolo politico e sociale. Con una serie di case studies da tutto il mondo, la prima storia politica dei musei.