"Quanto allo scritto Sulla libertà della stampa, alla Lettera, oltre alla testimonianza storica, oltre alla possibilità che offre di esaminare le fondamenta di problemi ancora attuali, rimangono in più innumerevoli, affascinanti osservazioni che permettono di studiare l'autore in profondità. La forma epistolare, sia pure in una lettera che Diderot ritiene destinata a essere resa pubblica, gli consente notazioni libere, divertenti o amare. C'è all'inizio la garbata presa in giro della propria bibliofilia o forse bibliomania, ci sono le considerazioni sugli uomini di governo pronti a disfare quanto è stato fatto da loro stessi poco prima prendendosi gioco "in modo indegno e stupido del benessere dei cittadini", l'invito ai politici a non accanirsi sui predecessori senza averne esaminato le motivazioni che li hanno spinti ad agire, considerazioni storiche, politiche, morali. E alla fine resta pur sempre l'orgogliosa rivendicazione della centralità dell'autore che nell'opera riversa "i suoi pensieri, i sentimenti del suo cuore, la parte di lui più preziosa, quella che non perisce, quella che lo rende immortale"" (dall'introduzione di Pino di Branco).