Chiudono il libro due pagine a colori. Tra candide nubi, nel cielo azzurro, vola sul globo terrestre una colomba di Manzù, recando l'ulivo della pace. È una speranza, un augurio che di salmo in salmo, rielaborato da padre Pino, si fa sentimento, si fa certezza e fiducia: «La colomba discese / e aleggiò / sul pianeta, avvolto nelle tenebre... / e subito sorsero / nuovi cieli / e nuova terra / e l'arcobaleno della Pace / avvolse / il mondo dei viventi!». E se la copertina vive il tramonto illuminato dall'ultima luce del sole, il retro vive la chiarità azzurra del cielo e del lago :«Come un gabbiano / ardito / in cielo aperto, / spicco il mio volo / sotto le tue ali, / o mio Dio./ Il tuo Angelo mi ha strappato / dai lacci bui e tenebrosi / del Covid-19 / e dal profondo / sale un cantico / di gioia per il respiro / della vita... / Ed oggi volo, / volo / in immensi cieli / su acque cristalline / e quiete». Né i trent'anni di missionario nell'Africa più povera e sfruttata dalle multinazionali, né l'età di settantenne, salvarono padre Pino dall'ansia, dalla paura per l'irrompere in marzo del Covid-19 con particolare virulenza in bergamasca. Sentiva lacerarsi l'anima anche per la lunga lista di disastri causati dall'uomo alla nostra casa comune: dall'inquinamento, al disboscamento dell'Amazzonia, e non solo... Cercando di essere utile e di dare un valore anche ai giorni confinati in casa, andò ad abbeverarsi alle Scritture e trascrisse i 150 Salmi della Bibbia di Gerusalemme, scritti dagli ebrei in esilio o nella terra promessa, per riviverli, evocando le situazioni presenti dell'umanità. Così introduce la realtà del mondo nel grande respiro dei Salmi. Uno al giorno, per 150 giorni, a partire dal 3 aprile, fino al 30 ottobre.