Luigi Sturzo pensava di fare della Sicilia un modello per le altre regioni italiane. E' questa l'idea che spiega la sua passione e la sua forte partecipazione al dibattito politico durante il secondo dopoguerra. Non direttamente coinvolto nella vita organizzativa della DC siciliana né impegnato negli organismi governativi dell'isola, Sturzo cercava di "fare leva sulla borghesia meridionale attiva e intelligente in grado di risolvere da sola i suoi problemi, abbandonando vecchie e secolari abitudini assenteistiche". Le sue linee di intervento miravano a coinvolgere lo Stato nell'economia dell'isola, salvaguardando tuttavia l'iniziativa privata. Il saggio parla degli avvenimenti del periodo 1943-59 visti da Sturzo.