Con sempre maggiore frequenza gli insegnanti di oggi trovano in aula studenti difficili, ostili verso l'adulto, oppositivi alle consegne didattiche, persino provocatori e talvolta aggressivi ai limiti della violenza verbale, emotiva e addirittura fisica. Questi ragazzi sembrano immuni e resistenti agli interventi educativi di ogni sorta: le punizioni, come l'uso del potere e dell'autorità, sembrano infatti acuire la loro ostilità. Il permissivismo è in egual modo deleterio. Come può un insegnante diventare competente per tutte queste diversificate situazioni psicologiche e sociali? Se è vero che la causa - o se vogliamo - la diagnosi clinica di questi ragazzi è estremamente eterogenea, è altrettanto vero che tutti sono "gestibili" in modo efficace con un unico approccio educativo funzionale. Tutti questi studenti ribelli sono accomunati dallo stesso bisogno: trovare adulti significativi che credano in loro e siano per loro un riferimento educativo. Ragazzi che in classe, nel setting frontale e con un codice educativo autoritario, diventano aggressivi, oppositivi e dirompenti, si rifiutano di studiare, di andare a scuola e quando presenti attivano dinamiche di difficile gestione, cambiano in una relazione di fiducia liberando spazio per l'insegnamento e l'apprendimento. Quello che avete tra le mani non è un libro da leggere ma è soprattutto un libro da applicare con una ricca e documentata proposta di nuovi dispositivi formativi come l'Apprendimento Cooperativo, le classi aperte, le mappe mentali.