Negli ultimi decenni l'uomo ha investito molto tempo e numerose risorse per raggiungere una buona salute fisica. Ora compie regolarmente esercizio fisico per tenere allenato il corpo e cura l'alimentazione. Tuttavia non è stato fatto lo stesso tipo di investimento nei confronti della salute mentale. Nella società contemporanea il lavoro tende sempre più a fondersi con l'identità personale: la carriera, l'incarico prestigioso, il successo professionale sono i simboli della propria autorealizzazione. La maggiore precarietà dell'occupazione, amplificata dallo stesso dibattito politico in corso in Italia ed in altri Paesi industrializzati, costituisce oggi per il lavoratore una situazione di forte logorio psicologico. Proprio per questo il lavoratore si trova in una situazione di maggiore rischio. L'idea alla base è che la Medicina del Lavoro deve tutelare la salute fisica e mentale del lavoratore non solo in una visione di breve periodo, per il proseguimento della sua mansione lavorativa, bensì in una visione più ampia che vede il lavoratore realizzarsi nella società e nella famiglia. La garanzia del mantenimento della salute nei luoghi di lavoro diventa quindi in una società civile anche uno dei pilastri che compongono il livello di qualità della vita.