Nella sua narrazione, Amelia Sepe si destreggia abilmente tra note paradossali e noir immerse in un onirismo fantastico nel quale le immagini si intersecano e assumono aspetti caleidoscopici. Nei suoi racconti il soggetto vive il più delle volte situazioni paradossali, assurde, tese a mettere in luce una difficoltà interiore di inadeguatezza, in altre la componente noir è marcata e ben strutturata. Altresì i personaggi fantastici, che da un racconto all'altro assumono aspetti terrificanti e grotteschi, mettono in luce quelle parti che la psiche abilmente tenta di soffocare, cioè tutte quelle inquietudini che agitano l'animo umano. Inoltre si avverte quel senso di insofferenza verso le disparità sociali causate da un modernismo sempre più esigente e strettamente legato a schemi e a ideologie tendenti all'esaltazione del superfluo, al fine di condurre l'essere umano a una corsa sfrenata verso il successo.