"La poesia di Sorrentino ha in sé, propulsiva, una robusta vocazione etica, che sembrerebbe quasi essere una strada nuova nascosta nella strada vecchia - una strada umana e letteraria, al contempo. In questa raccolta ha mostrato a noi lettori, mentre illustrava timidamente la malattia, anche la cura, la medicina. E la medicina è il legame emotivo con gli altri - non lo dico io, lo dice lo stesso Sorrentino, e lo dice ogni volta che racconta le loro storie di dolore, di inferni nascosti, di frustrazioni, di fallimenti. Solo quando mette sul banco della poesia la medicina noi all'improvviso abbiamo un'illuminazione, e sentiamo che la sua nostalgia non è nostalgia del passato, bensì del futuro". (Dall'introduzione di Andrea Di Consoli).