Non sempre i dialoghi che intrecciamo quotidianamente con familiari, amici e conoscenti sono accompagnati da un clima di autentico ascolto. Il nostro interesse rimane legato al messaggio che vogliamo comunicare al nostro interlocutore, rispetto al quale ci mostriamo spesso distratti, privandoci così di preziose opportunità di confronto e arricchimento. Questa dinamica può ripetersi quando ci accostiamo ai grandi testi del passato o ai capolavori della nostra letteratura: anziché leggerli con calma e con la dovuta attenzione per comprenderne a fondo il significato, proprio come se dovessimo incontrare le persone che ce li hanno consegnati, tendiamo a percorrerli frettolosamente, rinunciando a un'occasione di crescita personale. Tramite una scelta di esempi, per quanto possibile curiosi e divertenti, questo libro cerca di chiarire gli equivoci che insorgono quando ci si affida a un approccio troppo superficiale: mettendo in guardia i discepoli dai pericoli della ricchezza Gesù usò veramente l'immagine del cammello e della cruna dell'ago? Boccaccio conosceva la geografia della Liguria o nel "Decameron" commise un errore grossolano? "I Promessi Sposi" che leggiamo a scuola sono proprio quelli di Manzoni? Sono alcune esperienze di lettura, tra le tante possibili, che rivalutano l'importanza e la bellezza di ricostruire con cura i testi giunti fino a noi e di comprenderne pienamente parole ed espressioni. Così concepito, attraverso uno stile per quanto possibile semplice e chiaro, il libro vuole proporre un approccio sui generis al metodo della filologia.