Milanese, ma di padre siciliano e di madre romana, Gerlando Montevago, detto Lando, viene per la prima volta in Sicilia, a Petiliana, un paesetto dell'interno dell'isola, da cui il padre è andato via giovanissimo. Lo ospita il fratello del padre, lo zio Alfonso, ottantanovenne, deciso a vendere una proprietà rimasta indivisa. A poco a poco, convinto da una serie di fatti lontani da ogni spiegazione logica, lo zio conduce il nipote in un viaggio nel tempo e si ferma al 1938, quando s'è raggrumata la vicenda che ha per protagonisti una strega, il padre di Lando, Ferdinando detto Fefè, la donna più in vista del paese. Nel giro di pochi giorni Lando viene calato in una dimensione magico-surreale avvitata in un passato pieno di ombre. Quel che accadde nel '38 si intreccia col presente in una concatenazione di casualità che sembrano uscite dalla penna di Pirandello o di Borges, allusivamente presenti nel testo con citazioni mirate. La conclusione, imprevedibile, colora il futuro d'una rosata penombra, travalicando ogni possibilità d'ordine razionalistico.