Lo sterminio degli Ebrei in Europa rimane il peggior crimine commesso dai nazisti. Rifiutando il termine antisemitismo e adottando quello di giudeofobia, Fischer ricostruisce in queste pagine la storia lacerata dei rapporti ebraico-tedeschi per oltre un millennio, dall'emigrazione e dalla ghettizzazine nel Medioevo all'Illuminismo e all'emancipazione nel XVIII secolo, ai vari pregiudizi antiebraici nel Secondo Reich, fino alla nascita di una giudeofobia patologica tra il 1918 e il 1933.