Saggio pionieristico pubblicato per la prima volta nel 1961, "Storia della follia nell'età classica" è un tassello fondamentale del percorso con cui il filosofo indaga le relazioni tra sapere, potere e soggettività. Ponendosi in un'ottica di rottura rispetto alle concezioni tradizionali, l'autore affronta la follia non come una condizione medica, ma in quanto fenomeno profondamente radicato nelle strutture culturali e nei sistemi di esclusione sociale, dimostrando come ogni epoca interpreti e gestisca la follia a modo proprio. L'esito di questa indagine è un'opera capitale, che ha segnato la storia del pensiero europeo e ha contribuito in modo importante all'idea moderna di psichiatria: con una narrazione serrata e avvincente, Foucault dà spazio alle voci, rare ma decisive - da Sade a Nietzsche, da Van Gogh ad Artaud - che hanno squarciato il velo sulla follia e mostra perché essa, in quanto elemento imprevedibile e rivelatore, possegga un ruolo fondamentale nel mettere a nudo disfunzioni e fragilità della società.