I nostri figli sono nati senza il dono del sonno. Così, per sopravvivenza, quando erano piccoli facevamo a turni per tentare di farli addormentare ed ognuno di noi aveva la sua ricetta speciale. C'erano le serate dell'uscita in passeggino su strada accidentata (pare che le buche concilino il sonno) o quelle dei lunghi giri in macchina per le strade del Cremasco, che regolarmente si concludevano con il brusco risveglio dell'interessato non appena spento il motore nel garage. E se io ero più portata per canzoncine e filastrocche (ricordate figli "C'era una volta un piccolo naviglio"?), Paolo invece si cimentava nelle sue doti di narratore. Protagonista delle sue storie era immancabilmente "il bambino che voleva volare", un mitico ragazzino le cui avventure non erano mai uguali da una volta all'altra, forse per una spiccata propensione dell'autore per l'improvvisazione. "Non era così, papà!" si lamentavano i piccoli uditori nottambuli, ma poi si perdevano nell'ascolto delle vicende del giovane eroe senza nome. E qualche volta si addormentavano. Età di lettura: da 3 anni.