Una monografia dedicata all'artista tedesco che si confronta, da oltre vent'anni, con gli uomini e le donne di tutti i giorni, trovando ispirazione nella statuaria antica ma scostandosi contemporaneamente da essa. La figura umana diventa "popular": viene smitizzata attraverso le creazioni di Balkenhol di donne e uomini che danzano, di giocatori di calcio e di figure antropomorfe in giacca e cravatta. Il libro, curato da Maurizio Sciaccaluga, presenta le opere che saranno esposte nella prima personale in un museo italiano e illustra una produzione dedicata completamente alla scultura, che Balkenhol sceglie come percorso privilegiato sino dagli anni Ottanta. "Balkenhol evita ai suoi protagonisti qualsiasi gesto, pone le sue statue nella più assoluta immobilità (ma solo apparente) e le distacca decisamente dalla tradizione. A fronte di una normalità evidente, fatta di vestiti banali e di un'apparente indifferenza per i particolari - ogni figura indossa sempre la "divisa" dell'uomo comune, che l'autore osserva e fotografa per le strade -, sono le superfici ruvide e scavate, la forza espressiva del materiale utilizzato a conferire movimento e potere evocativo alle opere" (Maurizio Sciaccaluga).