Stava cantando "Gracias a la vida" don Ignazio Speranza la sera in cui gli spararono. Tre colpi in rapida successione dalla stessa pistola: il primo lo colpì alla schiena perforandogli un polmone, il secondo alla nuca demolendogli il cranio, il terzo, che gli strappò via un pezzo di fronte e una ciocca di capelli, alla tempia destra mentre tentava di girarsi per vedere, stupito, chi fosse a sparare. Tutti e tre mortali, sicché ne sarebbe bastato anche uno, ma la mano di chi aveva premuto il grilletto non poteva certo saperlo e allora tre colpi, distanziati l'uno dall'altro solo da una frazione di secondo.