Con "Spin-off" Giulio Marzaioli prosegue la sua indagine in quel mondo che, pur non appartenendo all'umano, con quest'ultimo intrattiene spesso un rapporto piuttosto stretto, se non altro perché costituisce il paesaggio visivo e sonoro in cui è immerso. Si tratta di quel «correlato mente-ambiente» che, da semplici oggetti di osservazione, trasforma la neve, la cicala, il volo (delle macchine o degli uccelli) e i sassi in "luoghi" di una meditazione, se non addirittura in soggetti pensanti, collocati dunque sullo stesso piano dell'umano. Viene così meno la «discrezionale e arbitraria presunzione di superiorità» che il mondo umano esibisce nei confronti degli elementi naturali e artificiali. Gli oggetti che compongono il dispositivo chiamato 'Spin-off' sono prose e immagini nati, come indica il titolo, da opere precedenti dello stesso Marzaioli: il risultato è una sorta di ipertesto d'autore, fitto di rimandi interni e di qualche reprise, in un'operazione che da alcuni testi fa scaturire altri testi o delle sequenze fotografiche.