La speranza, quale mediatrice tra i desideri e la realtà pratica ed esistenziale, è fra i sentimenti più ricorrenti dell'uomo. Chi è che non l'ha mai invocata? In essa si è sempre cercato quel sostegno indispensabile per realizzare un progetto o un sogno. Solo in una mente offuscata, la speranza potrebbe vanificarsi. Particolarmente, nel momento che precede l'ultimo istante di vita, quando l'esistenza si presentasse irreversibilmente fragile, vacillante o comunque incapace all'invocazione. Subito dopo ne conseguirebbe lo spegnimento di quell'essere che non potrebbe più essere. Quindi, ci sarebbe la fine di tutto: sogni e realtà. Si realizzerebbe così l'antico aforisma: "Finché c'è vita c'è speranza". Ma se si avesse la forza di capovolgere questo aforisma nel suo esatto inverso: "Finché c'è speranza c'è vita", si ricupererebbe un assioma da dove poter ripartire per rimettersi in gioco. È su questo principio che verte questa storia.