L'idea che la mafia sia sempre altro, altrove, o che non esista affatto, è falsa. L'idea che la collusione con le stragi, con gli omicidi di stampo mafioso e che i relativi piani di depistaggio siano opera di servizi deviati o di iniziative personali, è altrettanto falsa. L'eliminazione di alcuni esponenti della borghesia imprenditoriale, di giudici, giornalisti, di esponenti politici e sindacali, non sono affatto atti eversivi o imprevisti, ma azioni deliberate e necessarie per inibire talune resistenze, per correggere uno sviluppo squilibrato, per garantire il mantenimento, o il ripristino, dell'ordine stabilito. L'eliminazione fisica di costoro, i depistaggi alle stragi, il concorso in associazioni mafiose, non rivelano, dunque, la complicità esterna di corrotti, la presenza di cospiratori, "di traditori" dello Stato, di soggetti istituzionali collusi o di servizi deviati, perché tali atti sono, al contrario, coerenti e assolutamente nella logica di un sistema capitalistico e di un'economia di mercato. Gli esponenti istituzionali coinvolti, perciò, non lo sono per iniziativa personale, sono comandati ed eseguono ordini chiari e direttive precise.