"Che il sordo non sia un orecchio che non sente e una bocca che non parla; che l'interlocuzione duale e plurale e, di conseguenza, la comunicazione precedano il linguaggio; che l'elaborazione centrale - o percezione uditiva sia diversa dalla capacità uditiva leggibile dall'audiogramma e debba essere specificamente educata; che la protesi acustica più o meno sofisticata non sia un orecchio bionico; che l'educazione di un soggetto sordo debba essere olistica in tutti gli aspetti - sensopercettivi, prassicomotori, cognitivodecisionali ed emotivorelazionali-, questi sono tutti aspetti della teoresi gittiana che, seppur in buona parte impliciti, non per questo non emergono per chi li sappia e voglia cogliere. Ovviamente accanto agli elementi essenziali che provengono dai risultati di un'esperienza quarantennale e dalle tesi esposte esistono aspetti per i quali possono esservi pareri parzialmente o totalmente discordi: questo avviene nel caso dell'uso delle lingue segniche - certamente oggi superate in un loro impiego esclusivo, non superate invece per il loro eventuale aspetto propedeutico o di supporto" (Oskar Schindler, Professore ordinario di Audiologia-foniatria presso l'Università degli Studi di Torino).