«In questi testi le cose non scompaiono, ma cambiano di stato. La chimica descrive costantemente questi processi, le reazioni permettono di godere di un'esperienza quasi quotidiana della composizione e scomposizione della materia, delle sue trasformazioni dal visibile all'invisibile e viceversa». Con queste parole la studiosa Valeria Verdolini apre la nota introduttiva al volume, che raccoglie le prime due drammaturgie di Matilde Vigna. Un'indagine densa e dolorosa, ma che con estrema levità costruisce la lingua e il ritmo adatti ad affrontare il senso e le conseguenze della perdita. Attraversando il racconto di catastrofi naturali ed esistenziali, i "due pezzi" non dimenticano l'autoironia e il paradosso, conoscono e conoscere l'alchimia fondamentale della scrittura per il teatro, accogliendo un continuo "cambio di stato".