È tradizione delle società antiche, ma ancora oggi presente seppur con minor frequenza, che la comunità, intesa come nucleo familiare, come gli abitanti di un villaggio o un gruppo di vicini, si riunisca al calar della sera, spesso sotto la fronda di un grande albero o nel cortile di casa, per cantare e raccontare eventi, per ascoltare e farsi ascoltare, ripetendo storie favolose o appartenenti al passato della stessa comunità. Eppure, la tradizione orale non è solo un mezzo di espressione estetica di una società che non si avvale della scrittura, ma è molto di più. È, soprattutto, l'espressione di una comunità dove la vita di gruppo svolge un ruolo estremamente importante; dove la vita comunitaria è ancora dinamica e continuamente preservata per opera della convivenza e dell'intercomunicazione attraverso l'uso della parola. Odete Costa?Semedo decide di intraprendere un percorso linguistico legato alle radici della sua Guinea Bissau, dimostrando, così, la sua grande capacità di scrittrice e narratrice, ma mettendo anche in luce il piacere personale di ascoltare quei racconti che l'hanno accompagnata durante la sua infanzia e gioventù.