Se oggi possiamo guardare all'Ottocento senza chiusure preventive è in parte anche grazie al fondamentale, benché poco riconosciuto, apporto di Carlo Ludovico Ragghianti (1910-1987), che, durante la sua lunga attività critica, offrì una lettura originale dei fenomeni stilistici apparsi dall'insorgere del Neoclassicismo fino alla stagione del Liberty. Lo storico dell'arte lucchese si relazionò alla civiltà figurativa ottocentesca in tempi precoci: già nei primi anni Trenta del Novecento era interessato a studiare senza sovrastrutture nazionalistiche alcuni protagonisti dell'avventura macchiaiola, e nel 1933 fu coinvolto da Argan e Mary Pittaluga nel lavoro - presto andato alla deriva - di scrittura di una monografia sull'arte del XIX secolo. Libero dalla retorica ammirativa, sentì anche l'esigenza di decostruire il mito dell'Impressionismo. Questo libro, con prefazione di Paolo Bolpagni, ripercorre l'importante contributo di Ragghianti agli studi sull'arte dell'Ottocento, dal Neoclassicismo al Liberty.