"La posizione di Egana Dzabbarova nel campo culturale e la sua partecipazione alla vita letteraria sono per molti aspetti uniche. Influisce certamente l'oggettività del destino (le radici azerbajgiane, l'infanzia trascorsa in Georgia) e la scelta personale (la filologia russa, la tesi di dottorato sulla Cvetaeva). Trovarsi all'incrocio di due sistemi di valori determina una particolare acutezza della percezione dei fenomeni morbosi, che sorgono sul limite tra Oriente e Occidente. È un'apertura alla cultura dell'islam e, al contempo, è uno sguardo, privo di ideologie, al mondo occidentale. Il fatto che sia uno sguardo femminile risulta di particolare valore. L'ingiustizia, la diseguaglianza acquistano la fedeltà della descrizione, poiché sono viste dall'interno. Proprio la posizione di "debolezza" conferisce la forza per parlare di violenza come tale. E la Dzabbarova, per esporre il trauma (personale e generale), trova una sua lingua espressiva...." (Dalla prefazione di Paolo Galvagni).