Matteo, ergastolano, insegue il sogno di commutare con una causa senza precedenti il proprio "fine pena mai" in pena trentennale: per salvare la speranza, e non sancire una condanna a morte in termini. In una vita carceraria scandita nell'assurdità minuta e quotidiana (gelo relazionale, distruzione di ogni cenno di umanità, annientamento lento e incolore della persona), Matteo metabolizza l'assurdo giuridico e filosofico della detenzione perpetua, e fa tutto il possibile per arrivare al cuore del sistema giuridico, che stigmatizza ogni ergastolano come «colui che ha ucciso la Terra». Lo studio serrato e la passione per una Giustizia ideale lo tengono in piedi. Ma è l'amore per Sofia, sempre fedele nel mantenere lunghi i suoi capelli, come pegno simbolico di un sentimento più forte di ogni mostruosa deformazione sociale, che assurge per Matteo a vera ragione di vita. Con una nota di Filippo La Porta.