La grande diffusione dei social media ed il loro ruolo nelle societ`a contemporanee,
rappresentano una delle novit`a pi`u interessanti di questi ultimi anni, tanto da aver
catturato l'interesse di ricercatori, giornalisti, imprese, movimenti e governi. La crescita
della facilit`a di accesso alle informazioni che la rete permette e l'opportunit`a
potenziale di comunicare con una vasta platea ad un costo praticamente nullo viene
interpretata spesso come un passo verso una democratizzazione del discorso pubblico.
1 Questo, ovviamente, non significa trascurare gli squilibri intrinseci che i nuovi
media portano con s´e – come evidenziato ad esempio dalla distribuzione a legge di
potenza (o distribuzione power-law) della rete, in cui ad un numero contenuto di
siti o utenti che ricevono moltissime visite, fa da contraltare una vasta maggioranza
di altri siti o utenti con un numero di lettori estremamente limitato.2 Detto questo,
per`o, la densa interconnessione che spesso si crea tra chi `e attivo in rete genera uno
spazio di discussione che `e in grado di motivare e coinvolgere gli individui in una
pi`u ampia agor`a, collegando tra di loro persone con obiettivi comuni e facilitando
cos`i forme disparate di azione collettiva.3 Questo, a sua volta, d`a vita a ci`o che viene
definito "individualismo in rete"4: invece di contare sempre su una singola comunit`
a di riferimento, grazie ad internet e, soprattutto, ai social media, diventa oggi
possibilemuoversi tra pi`u persone e risorse, spesso eterogenee tra di loro, a seconda delle situazioni via via sostenute dal singolo utente, selezionando quelle pi`u adatte
a risolvere particolari esigenze o ad approfondire determinati interessi.
Pur con tutte le cautele necessarie, sembra dunque che i social media stiano dando
vita ad una rivoluzione digitale. E l'aspetto pi`u interessante di questo cambiamento
non `e tanto (o unicamente) legato alle possibilit`a di favorire partecipazione politica
e attivismo, come da pi`u parti viene sostenuto. La vera social revolution `e quella
che investe le vite di ogni singolo individuo. `E la libert`a di esprimersi, di avere
uno spazio proprio in cui essere s´e stessi, o ci`o che si vorrebbe essere, con pochi
limiti e barriere. La rivoluzione dei social media `e allora quella di poter raccontare
le proprie emozioni ed opinioni non solo a s´e stessi, quanto, e soprattutto, a chi ci
circonda, interagendo con loro, aprendo reciprocamente una finestra sui rispettivi
mondi, curiosando con occhio pi`u o meno indiscreto sulle vite degli altri.
E tutto questo accade, paradossalmente, mentre viviamo in una societ`a in cui si fatica
sempre pi`u a conoscere i nomi dei vicini di casa, e in cui il diritto alla privacy diventa
un imperativo a cui sottostare, salvo poi comunicare a tutto ilmondo (rigorosamente
on-line) qualunque cosa: amori, delitti, giorni indimenticabili e fallimenti quotidiani.
Perch´e in effetti sui socialmedia (o,meglio, su quei socialmedia che sono anche
social network, come vedremo) si finisce per raccontare tutta (o quasi) la propria
vita: dalla felicit`a per la nascita di un figlio, alla rabbia per un treno in ritardo, dallo
shopping pre-natalizio alla scelta di voto fatta nel segreto della cabina elettorale.
Non c'`e allora da stupirsi se da pi`u parti si sia incominciato a discutere delle
modalit`a attraverso cui utilizzare al meglio questo mare magnum di informazioni.
Perch´e i dati presenti in rete, se opportunamente raccolti e analizzati, permettono
non solo di capire e spiegare molti fenomeni sociali complessi, ma anche, e persino,
di prevederli. La previsione, sia quella fatta in tempo reale che quella relativa ad
eventi futuri, `e in effetti una delle frontiere pi`u seducenti del mondo social.
E cos`i, secondo alcuni, acquista senso l'idea di concepire i social media come
una pluralit`a di "antenne" interconnesse tra di loro, che agiscono come una sorta di
"cervello collettivo" in grado di cogliere, a volte meglio di altre alternative, i trend
che si dipanano continuamente intorno a noi. Una propriet`a emergente di un vero e
proprio sistema complesso,5 che nasce dall'aggregazione di tutte le sue componenti,
invece che essere riconducibile ad una sola singola parte.
Nel Cap. 1 partiremo proprio da questo aspetto. Dopo aver discusso brevemente
le caratteristiche e dato qualche cifra in merito alla diffusione dei social media in
Italia e nel mondo, riassumeremo alcune aree di analisi per concentrarci poi su una
rassegna dei pi`u interessanti esempi di previsione fatti utilizzando i social media,
spaziando dall'economia alla epidemiologia, dal marketing alla politica.
Nel Cap. 2 effettueremo il passo successivo, discutendo pi`u in dettaglio delle diverse
tecniche utilizzate finora per analizzare la rete, presentando e confrontando
in tal senso i diversi metodi per fare sentiment analysis, ovvero per monitorare l'umore
di chi scrive sui social media rispetto ai pi`u svariati argomenti, cercando di
estrarne un significato operativo. Pur nella sua brevit`a, questo capitolo fornir`a una bussola ragionata attraverso cui orientarsi in una letteratura che di anno in anno sta
crescendo in modo esponenziale. Questo ci porter`a poi a presentare i vantaggi di un
nuovometodo, la integrated Sentiment Analysis (iSA), basata su una ottimizzazione
dell'algoritmo introdotto originariamente da Hopkins e King.6
Nel Cap. 3 attraverso questa tecnica analizzeremo i social media per misurare
un'emozione che risulta quanto mai sfuggente, ma di cui si `e fatto un gran discutere
in questi ultimi anni come possibile alternativa (o complemento) alle misure pi`u
strettamente economiche del benessere di una collettivit`a, ossia la felicit`a. In particolare,
focalizzandoci su oltre 40 milioni di messaggi postati su Twitter, studieremo
la felicit`a degli italiani nel corso di tutto il 2012, mostrandone l'andamento, giorno
per giorno, nelle 110 province. A partire da questi dati svilupperemo poi una analisi
econometrica per provare a spiegare quali fattori facciano crescere o diminuire la
felicit`a in Italia.
Nel Cap. 4 ci concentreremo invece sulla possibilit`a di prevedere un evento concreto,
ovvero i risultati delle elezioni politiche, attraverso ci`o che viene pubblicato
sui social media. Per farlo analizzeremo una pluralit`a di tornate elettorali che hanno
avuto luogo tra il 2012 e il 2013 in contesti molto diversi tra loro: dalle elezioni
presidenziali e legislative francesi alle presidenziali Usa, dalle primarie del centrosinistra,
fino alle elezioni politiche italiane. In ciascun caso confronteremo le nostre
previsioni con i dati dei sondaggi e con l'esito dell'urna. I risultati, come vedremo,
sono decisamente promettenti sia per quanto riguarda la capacit`a dei social media
di narrare fedelmente ed in tempo reale l'evoluzione ed i trend di una campagna
elettorale, sia in termini di accuratezza rispetto all'anticipazione del risultato finale.
Nelle conclusioni, infine, tracceremo nuovi indirizzi di ricerca oltre ad alcuni possibili
sviluppi e applicazioni rese possibili dall'analisi della rete. Prenderemo prima
in considerazione il ruolo di social media come strumento che pu`o permettere, almeno
in potenza, di migliorare l'accountability e la responsiveness dei governanti
verso i governati, per poi tornare al discorso da cui siamo partiti, ovvero all'idea dei
social media come strumento di e-Democracy.