"Quante volte, nella storia dell'arte, il gesto e i colori hanno incontrato parole e versi. Ci sono stati pittori poeti (Chagall) e poeti pittori (Montale), autori che hanno scritto e dipinto senza soluzione di continuità (Carlo Levi), oppure dialoghi virtuosi fra maestri di linguaggi paralleli: Baudelaire ispiratore ispirato dalle incisioni Manet o, in tempi recenti, Vittorio Sereni altra voce, altri suoni per i sogni di Enrico Della Torre. Fra tutti, Paul Klee visse in bilico fra le sue anime diverse. Artista, poeta, musicista, tormentato dall'antico dubbio sulla sua vocazione. Giorgio Vicentini, oggi, abbraccia e cita con saggezza questa lunga letteratura della poesia che sposa il segno. E viceversa. Lui, che traccia in punta di pennello lettere spettinate dal vento come onde giapponesi, conosce la sinestesia, la contaminazione fra linguaggi tesi a raccontare la medesima storia. Così le parole degli autori raccolti attorno alle sue tavole ne compenetrano il senso, l'umore, il palpito. Dove finisce la poesia e inizia la pittura in immagini come «le tinte polverose», «le scie dei guardrail», «il dorato muto del giorno», «a ridosso del verde»?" (dalla prefazione di Chiara Gatti)