"Ci accorgiamo del tempo solo quando ci annoiamo e non quando ci divertiamo", scriveva Schopenhauer, riflettendo sull'inquietudine di quando si sente passare il tempo senza una direzione. È quello che prova anche il protagonista di questo romanzo, ambientato in Argentina, nel tardo Ottocento. Andrés è un uomo ricco , che vive in una bella estancia: ha una hacienda agricola e mandrie di animali da allevamento. Nulla, in apparenza, lo può turbare: il suo patrimonio lo mette al sicuro da ogni preoccupazione. Le sue giornate si dividono tra viaggi, donne e divertimenti. Eppure tutto lo lascia insoddisfatto, nulla riesce a placare le sue ansie. Un giorno la figlia di un bracciante gli rivela di aspettare un figlio da lui. Andrés, senza pensarci troppo, la abbandona e parte per Buenos Aires, per gettarsi in un vortice di amori passeggeri e scandali mondani. Ma ogni notte il tarlo dell'irrequietezza gli ricorda che non è quella la vita che vuole davvero. Decide allora di tornare ai suoi campi e fare i conti con se stesso. Sin rumbo, "senza rotta", è la storia di uomo che vive per odiare la vita. Un romanzo scritto alla fine del XIX secolo, eppure così attuale.