"Il futuro ha un cuore antico" così Carlo Levi intitola il suo secondo libro di viaggi, pubblicato nel 1956, in cui ci parla di come la popolazione russa abbia mantenuto i valori e gli ideali di un'Europa antica e ancora unita; allo stesso modo noi abbiamo deciso di riportare alla luce le radici della nostra cultura, spesso dimenticata. Molte volte ci viene detto che dal passato si impara e perciò è importante conoscerlo facendo leva sulla memoria culturale, per questo motivo nella nostra classe è nata l'idea e il desiderio di scrivere un libro che racchiuda parte della nostra storia. Abbiamo avuto modo di approfondire le nostre conoscenze riguardo al complesso mondo delle epigrafi latine, scoprendo uno scenario a noi ignoto. La realizzazione del libro ha favorito la collaborazione dell'intero gruppo classe garantendone la coesione in modo particolare nella ricerca e nella scrittura dei più vari significati che si celano dietro questa realtà. Tutto ciò è stato possibile grazie all'impegno costante del nostro professore di letteratura latina e italiana che ci ha sostenuto e guidato in questo progetto, così come in questi lunghi tre anni ci ha affiancato e supportato mostrandoci, con intento didascalico, l'importanza della cultura e delle tradizioni in grado talvolta di affiancare i repentini e inarrestabili cambiamenti di un mondo che non si preoccupa quasi più delle fondamentali radici che lo costituiscono. Come ricorda Giovanni Verga infatti il progresso è in grado di dominare su tutto anche sulla vita umana e non può essere evitato, l'unico rimedio che il poeta propone è la metafora (ideale) dell'ostrica, l'uomo deve rimanere attaccato alle sue radici e alla cultura così come l'ostrica si ancora nel suo guscio e al suo scoglio, è questa l'unica soluzione per evitare lo smarrimento e la dimenticanza. (Classe 3^A Liceo delle Scienze Umane)